Il CCT, certificato di credito del tesoro è un titolo di Stato a tasso variabile, che rappresenta un’obbligazione assunta dallo stesso Stato, nella persona del Ministero del Tesoro, nei confronti di un soggetto che, acquistandolo, riceve un certificato di credito.
Rappresenta una forma di finanziamento del debito pubblico e prevede una scadenza di 7 anni, anche se in passato avevano una scadenza tra i 2 e 10 anni, ora abolita.
L’interesse maturato, viene corrisposto con cedole posticipate semestrali, che saranno indicizzate in base al rendimento del BTP semestrali (Buoni del Tesoro Poliennali, anch’essi rientranti nei titoli di Stato). Tale interesse subirà una variazione in base anche allo spread e allo scarto d’emissione, vale a dire la differenza tra il suo valore nominale e il prezzo pagato da tale soggetto per acquistarlo.
Il CCT è un titolo abbastanza sicuro e molto apprezzato nel mercato, in quanto tenendo conto dello spread e dell’andamento del BTP, garantisce nel caso di una sua negoziazione prima della scadenza, un capitale molto simile rispetto a quello inizialmente investito ed è per questo motivo che il rimborso del titolo acquistato, che avviene sempre e solo alla pari, non compromette l’investitore.
Il metodo di acquisto è determinato da un’asta marginale, dove è prevista una determinazione discrezionale del prezzo e della quantità di titoli da emettere. Queste aste si tengono solamente una volta al mese e attraverso un particolare meccanismo, indicato di volta in volta, vengono escluse automaticamente le domande a puro carattere speculativo.
Le aste vengono sempre inserite all’interno del calendario del sito del Debito Pubblico.
Nel mercato telematico sono trattati con importi sia di basso taglio, come da 1.000 € in su, sia di alto importo, mai al di sotto dei 2,5 milioni di euro.
Il collocamento dei CCT è affidato alla Banca d’Italia.